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Mascherine e qualità dell’aria: uno studio di Appa Bolzano

Pubblichiamo…La concentrazione di anidride carbonica re-inalata indossando una copertura naso-bocca è sui livelli di quella rilevata in ambienti chiusi e risulta essere molto inferiore rispetto a quella espirata. Questi i risultati dello studio realizzato dal Laboratorio Analisi aria e radioprotezione di Appa Bolzano. Video su YouTube.

L’emergenza sanitaria causata dalla diffusione del SARS-CoV2 ha imposto l’utilizzo di dispositivi di copertura naso-bocca. Svolgere le attività quotidiane indossando una mascherina, uno scaldacollo o una visiera implica che una parte dell’aria espirata venga trattenuta all’interno del dispositivo indossato e quindi re-inalata. Ma che aria respiriamo in questo “micro ambiente” che si crea indossando un dispositivo di copertura? Per rispondere a queste domande Appa Bolzano ha realizzato uno studio grazie alla grande esperienza maturata nel settore della qualità dell’aria indoor, in modo particolare all’interno delle aule scolastiche.

I risultati dello studio

Lo studio, realizzato dal Laboratorio analisi aria e radioprotezione di Appa Bolzano, ha quantificato la percentuale di CO2 re-inalata rispetto a quella espirata, prendendo in esame diverse tipologie di dispositivi di copertura naso-bocca: mascherina artigianale, chirurgica, FFP2 o KN95, visiera e scaldacollo.
“L’aria che espiriamo – afferma Luca Verdi, direttore del Laboratorio Analisi e radioprotezione – contiene un’elevata concentrazione di anidride carbonica (circa 40.000 ppm). Dallo studio è emerso che indossando un dispositivo di copertura naso-bocca si ha comunque un notevole ricambio d’aria che porta anche ad una consistente riduzione della concentrazione di CO2. Più precisamente la percentuale di anidride carbonica espirata che viene re-inalata varia da un minimo del 3% (visiera) a un massimo del 14% (mascherina artigianale).”…https://www.snpambiente.it/

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