Che cosa è la comunità energetica
L’autoconsumo di energia è una coalizione di utenti che, tramite la volontaria adesione ad un soggetto giuridico, collaborano con l’obiettivo di produrre, consumare e gestire l’energia attraverso uno più impianti energetici locali.
Ogni comunità ha le proprie caratteristiche specifiche, ma tutte sono accomunate da uno stesso obiettivo: autoprodurre e fornire energia rinnovabile a prezzi accessibili ai propri membri.
I princìpi su cui si fonda una comunità energetica sono il decentramento e la localizzazione della produzione energetica. Attraverso il coinvolgimento di cittadini, attività commerciali, imprese e altre realtà del territorio è possibile produrre,
consumare e scambiare energia in un’ottica di autoconsumo e collaborazione.
Autoconsumo:
possibilità di consumare in loco l’energia elettrica prodotta da un impianto di generazione locale per far fronte ai propri fabbisogni energetici.
I membri della comunità energetica sono protagonisti attivi nella gestione dei flussi energetici, per questo sono definiti prosumer. Il prosumer può godere non solo di una relativa autonomia energetica ma anche di benefici economici.
Possiede un proprio impianto di produzione di energia: consuma ciò di cui ha bisogno e immette in una rete locale l’energia in esubero per scambiarla con gli altri membri della comunità oppure accumularla e restituirla alle unità di
consumo nel momento più opportuno.
Come si fa una comunità energetica
L’autoconsumo di energia si può realizzare a 3 livelli: individuale, collettivo e di comunità.
In Italia, le ultime due tipologie (autoconsumo collettivo e comunità energetica) sono riconosciute legalmente dal 2020.
2.1 A livello individuale Nell’autoconsumo individuale il cittadino possiede un impianto di produzione di energia rinnovabile e autoconsuma l’energia che lui stesso ha prodotto.
ATTENZIONE: l’energia rinnovabile, come ogni tipo di energia, è preziosa.
L’efficienza dell’impianto, unita all’uso consapevole dell’energia prodotta e alla riduzione degli sprechi, contribuiscono al risparmio energetico apportando benefici ambientali oltre che economici.
A livello collettivo
L’autoconsumo collettivo è composto da una pluralità di consumatori ubicati
all’interno di un edificio in cui sono presenti uno o più impianti alimentati esclusivamente da fonti rinnovabili. Gli impianti possono essere di proprietà di soggetti terzi e usufruire di specifici benefici, come le detrazioni fiscali. Il tipico esempio è quello del condominio con un impianto fotovoltaico sul tetto che fornisce elettricità alle utenze condominiali ed alle unità abitative di coloro che aderiscono.
A livello di comunità
Nella comunità energetica soggetti che partecipano devono produrre energia destinata al proprio consumo con impianti alimentati da fonti rinnovabili. Per condividere l’energia prodotta, gli utenti possono utilizzare le reti di distribuzione già
esistenti e utilizzare forme di autoconsumo virtuale.
Le comunità energetiche possono essere di due tipi:
1. Comunità Energetica Rinnovabile: si basa sul principio di autonomia tra i membri e sulla necessità che si trovino in prossimità degli impianti di generazione.
Questa comunità può gestire l’energia in diverse forme (elettricità, calore, gas) a patto che siano generate da una fonte rinnovabile.
2. Comunità Energetica di Cittadini: non prevede i principi di autonomia e prossimità e può gestire solo l’elettricità.
IMPORTANTE:
● La partecipazione alla comunità deve essere aperta e basata su criteri oggettivi, trasparenti e non discriminatori. I partecipanti mantengono i loro diritti come clienti finali, compresi quelli di scegliere il proprio fornitore ed uscire dalla comunità quando lo desiderano.
● La comunità energetica rinnovabile deve essere formata dai consumatori ubicati nelle prossimità dell’impianto di generazione.
● Gli impianti fotovoltaici devono avere potenza complessiva non superiore a 200 kW