Editoriale, Tetti verdi

Progettare il verde pensile in modo funzionale

LINEE GUIDA 2012…Storicamente il verde pensile è stato classificato in due fondamentali macrocategorie: coperture estensive ed intensive.

Queste si distinguono in base al livello di manutenzione richiesta: bassa nelle prime, elevata nelle seconde. Negli ultimi anni però, la ricerca scientifica e l’esperienza accumulata dai professionisti del settore è cresciuta notevolmente e limitarsi a questa classificazione utilissima ma limitata è alquanto anacronistico.
Oltretutto, la classificazione dicotomica estensivo/intensivo è stata troppo spesso banalizzata ad una questione di spessore e costo di realizzazione, ridotti nelle coperture estensive, più elevati nelle intensive.
Il salto concettuale che separa i costi di manutenzione dai costi di realizzazione è notevole e soprattutto nei climi italiani la corrispondenza tra basso spessore e bassa manutenzione è tutt’altro che ovvia. Infatti, il livello di manutenzione è molto più strettamente legato alla competizione tra le specie vegetali e alle strategie di adattamento al clima. Nell’areale mediterraneo, la grande varietà di specie infestanti termoxerofile sottopone ad un continuo assedio la vegetazione a Sedum, indipendentemente dallo spessore, richiedendo un lavoro di estirpamento delle erbacce molto più costante e oneroso di quanto avvenga nel nord
Europa. D’altra parte coperture ad erbacee perenni in Sicilia con 10 o 12 cm di substrato, richiedono costi manutentivi più elevati di quanto richiederebbe una vegetazione ad arbusti mediterranei su spessori di 20 cm.
Non ci si vuole dilungare sul significato delle parole estensivo ed intensivo, si vuole solo sottolineare quanto sia importante che il progettista superi la vecchia classificazione per tentare un’analisi tecnica, approfondita, adeguata alle nuove conoscenze e tale da svincolare il verde pensile da un ruolo marginale di finitura estetica, per integrarlo al resto del sistema edilizio sul piano funzionale…https://www.isprambiente.gov.it/

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