INTRODUZIONE
Lo stato di qualità dei corpi idrici può essere valutato in base sia alla specifica destinazione d’uso (acque destinate all’uso potabile, acque di balneazione, acque irrigue, acque destinate alla vita di pesci e molluschi) sia allo stato ecologico, legato alla loro naturale capacità di autodepurarsi e di essere di sostegno a comunità animali e vegetali ampie e diversificate. Tutte le acque, sia superficiali che sotterranee, hanno una certa capacità di reagire all’immissione diretta ed indiretta di carichi inquinanti, comprende una complessa serie di meccanismi di tipo fisico (sedimentazione, diluizione, adsorbimento), chimico (reazioni di precipitazione, ossidoriduzione, idrolisi) e biologico (degradazione batterica, ingestione da parte di organismi acquatici), volti a riportare l’acqua allo stato originario.
Lo sviluppo sostenibile consiste, infatti, nello sfruttamento della risorsa in modo tale che non si esaurisca totalmente.
A tale scopo la tutela della risorsa avviene attraverso il controllo del rispetto delle norme, non fini a se stesse, ma che permetta la comprensione delle cause di degrado di un ambiente attraverso la raccolta di dati periodici e costanti per permettere la maggiore comprensione delle dinamiche
ambientali; la strategia è quella della prevenzione del danno irreversibile che può essere apportato alla risorsa. Le acque
dolci sia sotterranee sia superficiali mostrano variazioni di composizione chimica estremamente grandi, in quanto la loro composizione chimica dipende da molti fattori: I) dalle caratteristiche delle precipitazioni meteoriche II) dalle interazioni tra le acque e le fasi mineralogiche costituenti le
rocce che ospitano gli acquiferi o su cui scorrono le acque superficiali III) dal mescolamento delle acque con acquiferi più antichi IV) dall’attività antropica.
Costituenti chimici delle precipitazioni atmosferiche
Contrariamente a quanto si possa pensare, la pioggia (che è la più comune fonte di alimentazione delle falde idriche) non è per niente simile all’acqua distillata; infatti le acque piovane possono contenere sostanze chimiche derivanti da:
eruzioni vulcaniche, emissioni di gas e sublimazioni di solidi dalla crosta terrestre, polveri e altri solidi portati nell’atmosfera dal vento, spray marini, gas e altri prodotti metabolici introdotti nell’atmosfera dagli organismi viventi, reazioni causate da fulmini e dai raggi cosmici, inquinamento
antropico. La pioggia può dunque contenere svariate sostanze e ioni, tra cui calcio, magnesio, potassio, sodio, bicarbonato, cloro, solfati, composti azotati (ammoniaca, nitriti e nitrati), fosfati, cadmio, rame, ferro, piombo, nickel e zinco…Livia Vittori Antisari