Economia Circolare, Ultime notizie

Efficienza delle risorse ed economia circolare

L’economia dell’UE è altamente dipendente dalle risorse naturali. Tuttavia, se saranno mantenuti gli attuali modelli, il degrado ambientale e l’impoverimento delle risorse naturali continueranno, così come la produzione di rifiuti. La portata del nostro attuale utilizzo delle risorse è tale da mettere a rischio le possibilità delle generazioni future — e dei paesi in via di sviluppo — di avere accesso a una quota equa delle scarse risorse. L’utilizzo razionale delle risorse naturali ha rappresentato una delle prime preoccupazioni ambientali alla base dei primi trattati europei. La tabella di marcia verso un’Europa efficiente nell’impiego delle risorse (COM(2011)0571) figura tra le iniziative principali del settimo programma di azione per l’ambiente. Uno dei suoi principali obiettivi consiste nello sbloccare il potenziale economico dell’UE così da renderla più produttiva, utilizzando nel contempo una minore quantità di risorse e iniziando la transizione verso un’economia circolare. Inoltre, il recente pacchetto sull’economia circolare include misure che contribuiranno a promuovere la transizione dell’UE verso un’economia circolare mediante un aumento del riciclaggio e del riutilizzo, a incentivare la competitività globale, a promuovere la crescita sostenibile e a creare nuovi posti di lavoro.

A. Efficienza delle risorse

La tabella di marcia verso un’Europa efficiente nell’impiego delle risorse fa parte dell’iniziativa faro sull’impiego efficace delle risorse della strategia Europa 2020. Sostiene la transizione verso un’economia efficiente sotto il profilo delle risorse e a basse emissioni di carbonio. La tabella di marcia tiene conto dei progressi compiuti per quanto riguarda la strategia tematica sull’uso sostenibile delle risorse naturali (COM(2005)0670) del 2005 e la strategia dell’UE per lo sviluppo sostenibile, e stabilisce un quadro di riferimento per la progettazione e l’attuazione di azioni future. Delinea altresì i cambiamenti strutturali e tecnologici necessari entro il 2050, comprese le tappe da raggiungere entro il 2020. Propone modi per aumentare la produttività delle risorse e dissociare la crescita economica dall’uso delle risorse e dal suo impatto sull’ambiente.

B. Gestione e prevenzione dei rifiuti

La direttiva quadro relativa ai rifiuti (2008/98/CE) è stata adottata a seguito della strategia tematica sulla prevenzione e il riciclaggio dei rifiuti (COM(2005) 0666), e ha abrogato la precedente direttiva quadro sui rifiuti (75/442/CEE, codificata 2006/12/CE), la direttiva relativa ai rifiuti pericolosi (91/689/CEE) e la direttiva concernente l’eliminazione degli oli usati (75/439/CEE). Aveva lo scopo di riformare e semplificare la politica dell’UE, definendo un nuovo quadro e nuovi obiettivi e ponendo l’accento sulla prevenzione.

Il regolamento sulle spedizioni di rifiuti ((CE) n. 1013/2006) stabiliva norme per le spedizioni di rifiuti sia all’interno dell’UE sia tra l’UE e i paesi terzi, con l’obiettivo specifico di migliorare la tutela ambientale. Contemplava la spedizione di quasi tutte le tipologie di rifiuti (eccetto i rifiuti radioattivi), per mezzo di veicoli stradali, treni, navi e aerei. In particolare, vietava le esportazioni di rifiuti pericolosi verso paesi non appartenenti all’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economici (OCSE) (UE) n. 660/2014e esportazioni di rifiuti destinati allo smaltimento al di fuori dell’UE e/o dell’Associazione europea di libero scambio. Tuttavia, le spedizioni illegali di rifiuti sono rimaste un grave problema; il regolamento (UE) n. 660/2014 ha rafforzato le disposizioni relative ai controlli contenute nella normativa vigente, prevedendo requisiti più stringenti in materia di ispezioni nazionali e pianificazione.

C. Legislazione specifica in materia di produzione e di flussi di rifiuti

La direttiva 2000/53/CE mirava alla riduzione dei rifiuti prodotti dai veicoli fuori uso e dai loro componenti, portando, ad esempio, il tasso di riutilizzo e recupero al 95% entro il 2015, e il tasso di riutilizzo e riciclaggio almeno all’85%. La direttiva ha incoraggiato inoltre i fabbricanti e gli importatori a limitare l’uso di sostanze pericolose e a sviluppare l’integrazione di materiali riciclati. Una relazione di attuazione (COM(2009)0635) ha dimostrato che l’applicazione della direttiva relativa ai veicoli fuori uso è stata problematica in numerosi Stati membri per via dei divari tra il numero delle auto ritirate dalla circolazione e quello dei veicoli fuori uso, e dei problemi dovuti all’esportazione illegale di veicoli fuori uso verso i paesi in via di sviluppo.

Il 30 dicembre 2013, è entrato in vigore il regolamento relativo al riciclaggio delle navi ((UE) n. 1257/2013). Il suo obiettivo principale era prevenire, ridurre ed eliminare incidenti, infortuni e altri effetti negativi per la salute umana e per l’ambiente dovuti al riciclaggio e al trattamento delle navi dell’UE, in particolare al fine di garantire che i rifiuti pericolosi derivati dal riciclaggio di tali navi fossero sottoposti a una gestione ecologicamente corretta. Il regolamento ha stabilito una serie di requisiti per le navi e gli armatori dell’UE, gli impianti di riciclaggio delle navi disposti a riciclare le navi dell’UE e le pertinenti autorità o amministrazioni competenti.

La direttiva 2002/96/CE, modificata dalla direttiva 2008/34/CE, mirava a proteggere il suolo, l’acqua e l’aria mediante uno smaltimento migliore e ridotto delle apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE). La direttiva 2002/95/CE sulla restrizione dell’uso di determinate sostanze pericolose nelle apparecchiature elettriche ed elettroniche (RoHS), adottata parallelamente alla direttiva RAEE, mirava a proteggere l’ambiente e la salute umana limitando in tali apparecchiature l’utilizzo di piombo, mercurio, cadmio, cromo e alcuni ritardanti di fiamma bromurati. L’attuazione delle direttive RAEE e RoHS negli Stati membri si è dimostrata difficile e solamente un terzo dei rifiuti delle apparecchiature elettriche ed elettroniche è stato raccolto e opportunamente trattato. Di conseguenza nel 2012, in seguito a un lungo processo legislativo, è stata approvata la rifusione della direttiva RAEE (2012/19/UE) e della direttiva RoHS (2012/18/UE). In virtù delle due direttive, gli Stati membri erano tenuti ad aumentare la quantità dei rifiuti elettronici raccolti e a consentire ai consumatori di restituire le apparecchiature a qualsiasi negozio di prodotti elettrici di piccole dimensioni, senza l’obbligo di acquistare nuovi prodotti.

La direttiva 2006/66/CE relativa a pile e accumulatori e ai rifiuti di pile e accumulatori mirava a migliorare la gestione dei rifiuti e le prestazioni ambientali di tali prodotti, fissando norme per la raccolta, il riciclaggio, il trattamento e lo smaltimento. La direttiva ha inoltre fissato valori limite per determinate sostanze pericolose (in particolare mercurio e cadmio) in pile e accumulatori. La direttiva di modifica 2013/56/CE ha eliminato l’esenzione per le pile a bottone con un tenore di mercurio non superiore al 2% in peso…https://www.europarl.europa.eu/

 

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