Ogni anno, alla fine dell’estate, gli uomini del Nucleo Investigativo Antincendio Boschivi (Niab) del Corpo Forestate dello Stato (ora confluito nell’Arma dei Carabinieri) sono attesi da un compito titanico. “Armati” di rilevatore Gps battono a piedi i boschi, le vallate, le pianure e le colline andate a fuoco durante l’estate per perimetrarle. Poi inseriscono i dati in un database nazionale, che viene aggiornato ogni anno dal 1997. Un lavoro prezioso che, però, spesso i Comuni italiani snobbano.
Questo immenso database, infatti, è a disposizione dei Comuni, che possono accedere e scaricare gratuitamente le mappe e i dati di loro interesse e redigere il cosiddetto “catasto delle aree percorse dal fuoco”. Uno strumento, questo, fondamentale per combattere il fenomeno degli incendi dolosi dovuti a speculazioni edilizie. La legge 353/2000 infatti prevede che boschi e pascoli andati in fumo non possano avere una destinazione diversa da quella precedente all’incendio per almeno 15 anni.
Perché ciò sia possibile, però, i Comuni devono dotarsi di un particolare “catasto”, cioè un elenco dei terreni andati in fumo da consultare in caso di necessità….http://www.nationalgeographic.it