Le piante sono organismi pionieri. Usano pochissima energia, e ne producono più di quanta ne consumano. Sono autotrofe, cioè energeticamente autosufficienti, perché la loro sopravvivenza in termini di nutrimento non dipende da altri esseri viventi. Le piante da fiore (angiosperme) sono la grande maggioranza e sono apparse sul pianeta dopo l’apparizione dei mammiferi. Sono organismi molto moderni ed evoluti. Sono molto, molto diverse da noi su due dimensioni fondamentali: lo spazio e il tempo.
Le piante stanno sempre nello stesso posto: sono organismi sessili, cioè con radici.
Ma se sei radicato e non ti puoi muovere devi essere davvero resiliente e avere strategie di sopravvivenza più sofisticate di quelle che può mettere in atto un animale in grado di fuggire o di nascondersi. E non puoi avere organi singoli perché altrimenti, se un animale mangia un pezzo di te, muori.
Per questo le piante non sono individui (in dividuus significa non divisibile). E non hanno organi singoli. Sono organismi modulari, e le stesse funzioni che gli animali concentrano in singoli organi sono invece diffuse in tutto il corpo.
Proprio perché non possono scappare, le piante sono molto più sensibili rispetto agli animali: il loro unico modo di resistere è capire quel che succede con grande anticipo, in modo da potersi modificare in tempo.
Le piante possono percepire 20 diversi parametri chimichi e fisici. Arrivano a memorizzare e a imparare. Comunicano tra loro attraverso segnali chimici di attrazione o di allarme, e si aiutano a vicenda quando una pianta imparentata è in difficoltà.
Se definiamo “intelligenza” la capacità di percepire i cambiamenti dell’ambiente esterno e di retroagire nella maniera più adeguata possibile, potremmo dire che le piante percepiscono e retroagiscono, dunque sono “intelligenti”. Ma è “intelligente” perfino una muffa, il Phisarum polycephalum, un organismo unicellulare che sa trovare la strada più breve per raggiungere il suo cibo favorito (avena) in un labirinto.
Il Phisarum sa fare una cosa ancora più complessa: se attorno gli vengono disposti chicchi di avena collocati nella stessa posizione in cui si trovano i villaggi attorno a Tokyo rispetto al centro, replica il percorso della metropolitana: il più razionale, frutto dello studio di decine di ingegneri che hanno impiegato complessi algoritmi…..https://www.internazionale.it