Il PNE nasce in risposta alla crescente necessità dell’Unione Europea di garantire un approvvigionamento sicuro e sostenibile di Materie Prime Critiche (MPC), essenziali per la transizione digitale ed ecologica. Tali materie, spesso concentrate in Paesi politicamente instabili, sono fondamentali per lo sviluppo industriale, l’energia, la difesa e i settori tecnologici. L’Italia, pur non puntando all’autosufficienza, mira a ridurre la dipendenza estera rafforzando il proprio ruolo nell’esplorazione e coltivazione mineraria.
Il Regolamento UE 1252/2024, noto come Critical Raw Materials Act (CRMA), impone agli Stati membri l’adozione di un programma nazionale di esplorazione e la caratterizzazione dei rifiuti estrattivi. Il DL 84/2024 incarica l’ISPRA della redazione del PNE, che ha l’obiettivo di:
Identificare le potenzialità minerarie nazionali.
Avviare campagne di esplorazione di base e successivamente operativa.
Stimolare un ecosistema minerario sostenibile e competitivo.
Obiettivi Specifici del PNE
Mappare giacimenti di MPC e di altri materiali strategici per l’industria nazionale (es. bentonite, feldspato, zeoliti).
Integrare il PNE con altri progetti come URBES (recupero di materie prime seconde da rifiuti minerari).
Coinvolgere comunità scientifiche e regionali per garantire qualità, trasparenza e accettabilità sociale.
Rilanciare la formazione tecnica e accademica nel settore minerario.
Modalità di Esplorazione Il programma distingue due fasi:
Esplorazione di base, a basso impatto ambientale, per identificare aree promettenti tramite rilievi, analisi geologiche, geofisiche, telerilevamento e intelligenza artificiale.
Esplorazione operativa, svolta da compagnie minerarie, con scavi e sondaggi mirati per valutare la fattibilità economica e ambientale dell’estrazione.
Importanza Strategica delle MPC
Le MPC sono cruciali per tecnologie avanzate (energia verde, elettronica, difesa, aerospazio). La loro carenza può compromettere interi settori industriali. L’UE riconosce 34 MPC, di cui 17 considerate strategiche. In Italia, molte risorse sono state storicamente sfruttate (rame, piombo, zinco, antimonio), ma restano oggi sottoutilizzate. Altre, come litio, terre rare e cobalto, sono poco esplorate ma promettenti.
Stato Attuale e Rifiuti Estrattivi
In Italia sono stati attivi oltre 3.000 siti minerari dal 1870, oggi ridotti a meno di 100, focalizzati su minerali industriali. Le MPC estratte attualmente sono poche (fluorite e feldspato). Molti giacimenti dismessi potrebbero però essere rivalutati. I rifiuti estrattivi, spesso abbandonati, rappresentano un rischio ambientale ma anche una risorsa per il recupero di materiali pregiati (zinco, rame, REE). Il progetto URBES si occupa della loro mappatura e caratterizzazione.
Aree Prioritarie di Indagine
Il PNE identifica 14 aree/temi prioritari tra cui:
Fluorite, terre rare (Alpi meridionali, Lazio, Sardegna)
Rame e manganese (Liguria, Sardegna)
Grafite (Calabria, Piemonte)
Litio da geotermia (Toscana, Lazio)
Antimonio, tungsteno, molibdeno (Toscana, Sardegna)
Feldspato, zeoliti, barite (Campania, Sardegna)
Queste aree sono state selezionate in base a dati storici, studi recenti, e potenziale strategico. Alcuni materiali non inclusi nelle liste UE ma di interesse nazionale (es. molibdeno, zeoliti) sono stati comunque considerati…https://www.isprambiente.gov.it/